lunedì 3 febbraio 2014

A COLPO D'OCCHIO -The wolf of Wall Street

180 minuti di film per raccontare la vita di Jordan Belfort. La metà sarebbe bastata.
Martin Scorsese compie una scelta inattaccabile affidando il suo protagonista a Leonardo Di Caprio, il cui talento indiscutibile si riconferma anche stavolta.
Ma la parabola di Jordan Belfort, il lupo di Wall Street, è troppo ripetitiva, monotona, a tratti fastidiosa per protrarla per ben tre ore di pellicola. Sesso, droga, truffe e ancora sesso, droga e truffe. Il tutto presentato con un'ironia che aiuta a rendere il film più godibile, ma che rischia di mostrare come un eroe un uomo che di straordinario non ha poi molto (se si esclude il portafogli straordinariamente pieno. Di soldi altrui per giunta...).
Penso che il succo del film, in buona sostanza, stia soprattutto in una scena: finalmente Jordan Belfort è fottuto, l'FBI l'ha arrestato e ora lo attende la galera. Jordan Belfort ha paura. Per un po' ha paura. Poi, però, la paura passa perché si ricorda di essere ricco in un paese dove tutto è in vendita. Così, un secondo dopo, lo si vede giocare beatamente a tennis nei campetti del carcere. Amara realtà. Chi ha i soldi può comprare tutto. O quasi. Belfort comprerà sballo, sesso, soci. Ma i soldi non basteranno al broker per comprare l'amore dei figli e di sua moglie. O la lealtà degli amici.

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