Cari lettori,
come promesso qualche post fa, ecco a voi l'intervista a Francesca Ruggiu Traversi, autrice di diversi libri per ragazzi. Siete pronti? Francesca ci porta nel magico mondo dei libri! Il suo mondo, certo, ma un po' anche il nostro...
- Quando e come hai capito che la scrittura sarebbe diventata una professione?
La scrittura ha sempre fatto parte della mia vita. Già alle scuole elementari mi piaceva scrivere e inventare storie, avevo molta fantasia, e per molto tempo ho tenuto un diario.
Dopo qualche anno dalla
laurea in giurisprudenza, ho iniziato a scrivere delle storie con
animali parlanti e ho partecipato a un concorso di una piccola casa
editrice, classificandomi al secondo posto. Ho capito che scrivere mi
appassionava e avevo molte idee, così ho provato a mandare i
manoscritti in giro per case editrici. Dopo circa sette mesi ho
ricevuto una risposta positiva da Edizioni EL, che ha pubblicato il
mio primo libro con il marchio Einaudi Ragazzi, Il mistero del
Gatto d'Oro. In quel momento ho capito che forse la scrittura
sarebbe potuta diventare una professione, ero molto determinata, lo
desideravo fortemente, così ho continuato a scrivere. Non è stato
semplice all'inizio, sono passati altri due anni prima di pubblicare
il secondo libro. Nel frattempo ho continuato a pensare a idee da
sottoporre all'editore, fino a che non è arrivato il mio personaggio
più fortunato, Tommy Scuro, che ora è quasi giunto alla quinta
avventura.
- Qual è il segreto (o i segreti) per scrivere dei bei libri per ragazzi? Quali ingredienti sono indispensabili per rendere una storia avvincente agli occhi di un pubblico giovane?
Non si deve essere
noiosi. Questa è, a mio parere, la cosa più importante. Si può
avere una bella idea, ma se la scrittura è noiosa è molto probabile
che il giovane lettore abbandonerà il libro dopo poche pagine. Io ho
esperienza con la fascia di età 8/11 anni, e posso dire che sono
lettori molto esigenti: la storia li deve appassionare fin da subito,
altrimenti si distraggono e si dedicano ad altro. Mistero, suspance,
avventura sono ingredienti fondamentali per rendere la storia
avvincente e spingerli ad andare avanti nella lettura.
- I tuoi libri sono un tripudio di disegni e colori, una gioia per gli occhi. Quanto contano i disegni nella letteratura per ragazzi?
Per la fascia di età alla quale mi rivolgo io, sono molto importanti. Quando incontro i miei lettori mi fanno sempre molte domande sulle illustrazioni presenti nei libri che hanno letto. Vogliono sapere chi è l'illustratore, se abbiamo collaborato oppure no, se immaginavo che il personaggio fosse proprio così mentre scrivevo di lui. E sono attenti a tutti i dettagli: controllano se il disegno corrisponde alla storia, se gli ambienti sono illustrati come li ho descritti nel libro oppure se l'illustratore ha interpretato con la sua fantasia. Molto spesso anche loro si divertono a disegnare i personaggi e le scene che più li hanno appassionati. Anche la copertina del libro è fondamentale, deve essere accattivante, colorata, stimolare la fantasia del giovane lettore.
- Cosa pensi del mondo dell'editoria oggi? Quali consigli ti senti di dare agli aspiranti scrittori?
E' un mondo nel quale è difficile entrare, ma ci sono editori che danno la possibilità ai nuovi autori di pubblicare, se ritengono valido il loro lavoro. L'unico consiglio che posso dare è quello di leggere tanto e di scrivere tanto, di farlo con passione e, una volta mandato il manoscritto agli editori, di avere molta pazienza. E non arrendersi alle prime difficoltà, se ci si crede veramente.
- Come nascono i tuoi personaggi?
I miei personaggi nascono
di volta in volta in modo diverso. I protagonisti del Mistero del
Gatto d'Oro sono nati dal mio amore per la natura e per gli animali
del bosco e delle montagne, quindi sono scoiattoli, topolini, volpi,
marmotte, gatti selvatici. Dietro il personaggio di Livido Scuro
invece, che è lo zio di Tommy ed è scrittore di storie di fantasmi,
ci sono io, che sono scrittrice come lui di storie del brivido (e non
solo...). In questo caso mi sono divertita a creare un personaggio
diverso da me, dato che zio Livido non riesce a scrivere se non si
veste come un vampiro, ma abbiamo anche molte cose in comune. I
personaggi di Tommy e Pippina sono nati dai miei ricordi dei giochi
d'infanzia con gli amici e di come ero io alla loro età: vivace,
curiosa, sempre a caccia di misteri da scoprire.
Mi capita spesso di
caratterizzare un personaggio in un certo modo, e accorgermi solo
dopo che assomiglia a qualcuno che conosco. E questo è molto
divertente!
Ringrazio di cuore Francesca Ruggiu Traversi per essersi resa disponibile a collaborare con me per realizzare quest'intervista.
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