Maia chiuse il libro di letteratura e spaziò con lo sguardo fuori dalla finestra aperta. Il giardino era fiorito e le foglie di edera crescevano arrampicandosi sul pozzo in pietra.
Faceva caldo, e la fatica di un anno duro alle spalle iniziava a farsi sentire con maggiore insistenza.
Scarabocchiò il suo nome su un foglio a righe: Maia.
"Come l'ape Maia?" era così che l'aveva salutata Giovanni. Le aveva strappato un sorriso. Uno di quelli spontanei, non un sorriso di circostanza. E Maia aveva una gran voglia di ridere.
Era iniziato tutto così. Ma lei aveva sentito subito che fra loro era nato qualcosa di speciale. E così aveva dimenticato il passato. Giovanni era il suo presente. Ed era tutto ciò che desiderava per il suo futuro.
Il tempo moriva e lui restava.
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